Prima ancora che si cominciasse a comprenderne l’utilità a supporto dell’intelligenza artificiale, il dato ha assunto sempre più un ruolo da protagonista nella definizione di strategie di business e come abilitatore di processi innovativi e automazioni.
I dati come motore di strategie e automazioni
La pervasività della tecnologia, che ha promosso una digitalizzazione progressiva e la generazione di molti dati, non è però stata affiancata da una piena valorizzazione di questo ampio patrimonio informativo. Un ostacolo iniziale può essere trovato nella mancanza di una consapevolezza di questo potenziale.
Dal mondo fisico al riflesso digitale
Se pensiamo alla nostra vita quotidiana, utilizziamo consapevolmente servizi data-driven per esempio di banking, ma quando usciamo dall’ufficio attraverso tornelli automatici o camminiamo per strade illuminate da lampioni, non facciamo caso al fatto che questi sistemi sono gestiti in modo efficiente grazie ai dati.
Riprendendo l’idea dei Digital Twin, si può immaginare che dietro a ogni sistema del mondo fisico esista un «riflesso digitale» costituito da un flusso di dati costantemente aggiornati, che ne rappresenta il funzionamento.
Esempi di riflessi digitali dentro un ecosistema
Gli ecosistemi digitali, come l’iniziativa E015 di Regione Lombardia, mettono in evidenza all’interno di un catalogo comune la presenza di questi riflessi digitali:
- un flusso dati sul numero di persone in coda coi relativi codici di attesa rappresenta il riflesso digitale dell’affollamento dei pronto soccorso;
- un flusso dati su destinazioni, orari, binari e ritardi rappresenta il riflesso digitale della circolazione ferroviaria;
- un flusso dati sulle merci in arrivo rappresenta il riflesso digitale di una filiera logistica.
È interessante osservare come all’interno di un Ecosistema Digitale, i riflessi digitali provenienti da sistemi e settori di business differenti trovino rappresentazione all’interno dello stesso ambiente: come uno specchio riflette l’intera realtà, gli Ecosistemi Digitali superano la logica segmentata dei silos informativi e ricostruiscono nel digitale l’integrazione del mondo fisico.
Oltre lo specchio: regole, accessi e sovranità
Bisogna però stare attenti a non considerare un Ecosistema Digitale soltanto da un punto di vista comunicativo, ovvero uno specchio che rivela i riflessi digitali della realtà: come per il personaggio di Alice di Lewis Carroll, gli ecosistemi digitali sono vere e proprie porte per accedere a mondi con regole specifiche per entrare in relazione con i riflessi digitali.
Gli Ecosistemi Digitali, oltre all’importante valore comunicativo e di certificazione dei flussi dati, si basano su framework legali e di regole per costruire relazioni digitali di scambio dati win-win: il proprietario di un riflesso digitale è libero di accettare o rifiutare le richieste di accesso per casi d’uso specifici, mantenendo il controllo e la sovranità dei dati.
Modelli aperti e territorio: il caso E015
Non esiste un solo universo digitale oltre lo specchio: l’opportunità di selezionare i partecipanti e definire regole specifiche, porta alla creazione di un multiverso di Ecosistemi Digitali differenti.
E015, per esempio, è un Ecosistema Digitale a cui possono aderire liberamente tutti i soggetti pubblici e privati di diversi settori: nato inizialmente per volontà del sistema delle imprese per l’Expo 2015, è poi diventato pilastro della strategia digitale di Regione Lombardia e iniziativa per la Legacy delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. E015 viene adottato in diversi settori (turismo, mobilità, sicurezza, ambiente, agricoltura…) e, per garantire questa trasversalità, propone regole generali che devono poter valere per tutte le tipologie di attori e ambiti di adozione; vi sono esempi come i bandi per la mobilità elettrica, dove la condivisione di riflessi digitali è posta come vincolo obbligatorio per i beneficiari di fondi pubblici, ma le regole di partecipazione all’interno dell’Ecosistema Digitale sono poi analoghe a quelle degli altri soggetti. Inoltre, per quanto E015 sia aperto alla partecipazione di soggetti di tutto il territorio nazionale e accolga già partecipanti come Turismo Torino e APT Emilia-Romagna, ha comunque il proprio baricentro nel territorio lombardo e sconta una minor diffusione nel resto di Italia.
Ecosistemi di filiera: energia e logistica
Esistono Ecosistemi Digitali dedicati a filiere, dove esistono regole di partecipazione e obblighi specifici; ad esempio l’Ecosistema Digitale e-API e-distribuzione è una iniziativa del distributore di energia elettrica dedicata esclusivamente ai trader, che hanno sottoscritto il contratto per il servizio di trasporto: grazie alla condivisione di riflessi digitali all’interno di uno specchio comune, viene abilitata la possibilità ai trader di innovare i servizi per i clienti finali accedendo a dati in modo equo e trasparente per tutti gli operatori di settore.
Un altro esempio di Ecosistema Digitale di filiera è la Smart City delle Merci, che permette la condivisione dei dati sulle spedizioni e sul trasporto tra i diversi attori della filiera cargo di Malpensa (aeroporto, spedizionieri, handler di terra, compagnie aeree, autorità doganali) con l’obiettivo di migliorare il processo di gestione delle merci in export; dal 6 ottobre 2025 è obbligatoria la trasmissione anticipata dei riflessi digitali di tutte le merci in partenza prima del loro arrivo fisico in aeroporto.
Organizzarsi come ecosistema dentro l’azienda
Infine, non bisogna dimenticare l’utilità di adottare una organizzazione interna all’azienda secondo un modello a Ecosistema Digitale, come ha fatto ATM per esempio: questo permette di mappare e governare la ricchezza dei riflessi digitali provenienti da silos differenti, garantire la qualità del dato lungo l’intero ciclo di vita e nei riutilizzi delle medesime informazioni, e promuovere la cultura dell’innovazione interna in modo trasversale fra le diverse direzioni.
La molteplicità degli Ecosistemi Digitali mette in luce la sfida futura dello scambio dati: la possibilità di passare in modo semplice da uno specchio all’altro, grazie alla federazione fra Ecosistemi Digitali. Una sfida legale, organizzativa e tecnica che anche la Commissione Europea ha identificato come centrale nello sviluppo futuro dei Data Space attraverso la creazione di interlinking layer fra iniziative diverse.
















